MovimentiProg, novembre 2005
Stefano Panunzi
Timelines
Voto medio: (8)
Un viaggio nel tempo e nello spazio con il nuovo rock di Stefano Panunzi
Il primo Brian Eno solista, Peter Gabriel, Rain Tree Crow, No-Man gli artisti della Burning Shed: nomi esemplari per il pop e il rock che rompe il suo argine verso l'elettronica, l'ambient, le sonorità di confine. Anche in Italia si afferma un certo modo di concepire la composizione e il suono: la Materiali Sonori, Nicola Alesini e i Keen-O ce lo hanno dimostrato negli ultimi anni, così per i No Sound in ambito prog/rock.
Il giovane tastierista Stefano Panunzi si colloca in questo filone e si presenta con sicurezza, autorità, bravura: "Timelines" - edito dall'ottima RES di Treviso - è un disco in linea con le nuove sonorità internazionali (da Sakamoto a Fripp passando per i Tuxedomoon), anche grazie agli ospiti illustri, Mick Karn e Alesini, Markus Reuter (Centrozoon), Peter Chilvers (Henry Fool), Gavin Harrison (Porcupine Tree), Giancarlo Erra (No Sound).
Registrato tra Italia, Inghilterra, Germania e Giappone, "Timelines" è uno di quei classici debut-album che fanno subito centro: raffinato, romantico e futurista, coinvolgente e meditativo, offre un art rock talmente innervato di riferimenti esterne da perdere i legami con la materia d'origine. Alcuni pezzi spiccano tra le più interessanti composizioni italiane degli ultimi tempi: "Everything 4 her" (che mette insieme il portentoso basso di Karn e le oscure ance Alesini), "Web of memories" e "Forgotten story", indefiniti e ricchi di suggestive "nuances".
I contatti sottili con lo space rock, il jazz, la psichedelia e la canzone si percepiscono bene in "The moon and the red house" e nell'accoppiata "Tribal innocence"/"Something to remember", tra echi di Miles Davis, Peter Gabriel e i ProjeKcts di crimsoniana memoria. E' l'estetica dei suoni a convincere, l'elaborazione elegante e mai scontata: in questo senso "No answer for you" è da manuale. Disco internazionale, nel quale l'italianità si nota più che altro nelle melodie, ad esempio la title-track e "Underground" con il loro rock sognante e floydiano, un po' alla Porcupine Tree; dall'altro lato l'incalzante "Masquerade" e "I'm looking for", finale malinconico di notevole intensità.
Ottimo lp d'esordio, "Timelines" rivela un nuovo talento italiano e offre musica di ottima fattura.
Donato Zoppo
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