Halo XVI The Lost Music of Bacchanales de Fanfreluche
Mu Time Milk and Magic
Max Waves Airland Studie I
Wolfango Dalla Vecchia Suona Wolfango Dalla Vecchia
Tra le giovani etichette indipendenti italiane la RES sembra quella interessata a gettare un ponte tra il passato del rock sperimentale progressive degli anni '70, le avanguardie di quella temperie e il presente prossimo. Il melange di sperimentazione kraut, avanguardia extra-colta, 'jazzature' e divulgazioni popular contraddistingue anche questa manciata di albums, con l'eccezione di Dalla Vecchia, davvero un discorso a parte.
L'albo di Halo XVI propone electro-rock d'atmosfera dall'approccio soft-dark (Moonlit Nighht, Cydonia) con suggestioni prog-dance (Roads of Rosteau, Europa Station), pause ambient stile Sylvian (Blossom Reproduction), morbidezze jazz - in evidenza piano e basso (campionato?) con mood Japan. Al limite del kitsch, una discreta prova: dalla sua, coerenza tematica e piacevolezza sospettabile ma che tale rimane.
Session live improvvisata per i MU (Giacomo Li Volsi piano, Andrea Martin sax ed effetti, Andrea Bolinelli chitarra, Gabriele Bruzzolo percussioni), jazz elettrico post davisiano nelle distensioni melodiche di Bianche Isole Esoteriche, e che diviene tematicamente più avventuroso nella suite Dylan Thomas dove Il fraseggio della sei corde è funky nervoso (parte 1 Tempo). Ancora più interessante il secondo movimento, Latte. Il sax con leggera digitalizzazione, smuove armonie da caravanserragli sulle battute del pianoforte in un clima urbano d'una certa presa. A rischio glicemico Il RE Lobo, ma quella che potrebbe essere una paralizzante banalità melodica viene esorcizzata dalle progressioni del sax, spingendo la musica in alto sulla scala cromatica fino a sciogliersi in un fraseggio in bolero, che ci viene da immaginare più teso e trascinante.
Da programma Airland "è un disco da ascoltarsi distrattamente…è consigliabile dimenticare per un momento che si sta ascoltando della musica, considerando, invece, ciò che si "sente" come un tappeto sonoro sopra il quale stendere i propri pensieri". Ma si sa, c'è tappeto e tappeto e questo kilim sonoro in 14 losanghe è forse troppo vario nel suo disegno (frizzanti frequenze ambientali, scale elettroniche da discrete music, mimesi di flauti medioevali, scherzi con simulazione sintetica di ensamble cameristico). Cosi, da un lato non è abbastanza umile da confondersi con gli ambienti e, dall'altro, nei suoi cambi d'umore, sembra più disturbare che attrarre. Questo dipenderà molto dal vostro habitat.
Di straordinario spessore l'omaggio reso a Dalla Vecchia con la proposta di suoi lavori per organo. In collaborazione con il Festival Organistico Internazionale della Città di Treviso, la RES pubblica alcune opere del compositore padovano allievo di Petrassi, scomparso dieci anni fa. Si tratta di brani presentati nella veste della prima esecuzione pubblica e in un caso, (Media Vita, per organo e nastro magnetico) di una vera e propria novità discografica. La musica di Dalla Vecchia è, come esperienza d'ascolto, una sintesi tra (quello che comunemente immaginiamo sia) il modello classico della composizione per organo e una contemporaneità (post dodecafonia, impressioni di minimalismo, musica concreta) che non ne mina la saldezza metafisica. Colpisce la sua forza ascensionale: nell'Adagiosissimo, la vicenda più-che-umana di San Francesco d'Assisi diviene un monumento di trasfigurazione armonica, cattolico secondo l'etimo.
BLOW UP 90
Dionisio Capuano
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